Siracusa, Noto e Pantalica sono stati inseriti nel Progetto Rete Siti Unesco cofinanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e elaborato dall’Associazione Province UNESCO Sud Italia e promosso dall’Upi.

I protagonisti 14 siti Unesco del Meridione, oltre a Noto, Pantalica e Siracusa sono: i Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera (MT), la Costiera Amalfitana (SA), il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula (SA), il Complesso monumentale di Santa Sofia (BN), la  Reggia di Caserta del XVIII con il Parco, l’acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio (CE), Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale (PA), la villa romana del Casale di Piazza Armerina (EN), l’Area Archeologica su Nuraxi di Barumini  (SU), i trulli  di Alberobello  (BA), Castel del Monte (BT), il santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG), la Foresta Umbra (FG).

Il progetto mira a promuovere i siti Unesco con l’obiettivo di dar vita ad una rete tra i territori del Sud Italia che ospitano un sito UNESCO, al fine di promuovere le  risorse paesaggistiche, culturali, enogastronomiche di tali territori in un’offerta turistica unica e integrata.

Uno dei punti cardini del progetto è il Festival #UNESCOfestivalexperience, il cui direttore artistico è Gaetano Stella, e che a settembre approderà in Sicilia e precisamente a Noto.

“Il Progetto Reti Siti Unesco – sottolinea l’assessore al Patrimonio UNESCO e Qualità Urbana del Comune di Matera, Paola D’Antonio – ha rappresentato un’ottima occasione per importanti città d’arte e cultura del Mezzogiorno per la costruzione di una rete fra le varie modalità di governo del territorio, al fine di valorizzare le varie specificità gestionali. La strategia complessiva di governance può significare un fattore moltiplicativo che potenzia l’efficacia di ogni singola gestione e facilita gli scambi e le sinergie fra i territori in un sistema dinamico. Ed è proprio in questa logica che ci auguriamo che tali processi virtuosi possano trovare nelle tecnologie innovative strumento di promozione di modelli di gestione sostenibile dei territori urbani e dei paesaggi culturali. Matera non è solo capitale della Cultura ma è un sito Unesco paesaggio culturale la cui identità si riconosce con processi virtuosi di conoscenza, gestione e salvaguardia di contenuti importanti, rappresentativi di tutto il meridione d’Italia; un meridione che si assurge a territorio strategicamente importante negli scenari socio politici mondiali e che quindi deve garantire risorse identitarie di tradizioni e comunioni dei processi sostenibili. Accanto al lavoro di cittadini, istituzioni, fondazioni ed associazioni, progettualità che creano e fanno rete sono obiettivi prioritari da perseguire, lavorando sui territori e per i territori”.

strategie di valorizzazione è incentrato sulla realizzazione di nuovi servizi informativi a rete omogenei fra i partner, con una serie di azioni comuni che promuovano nel complesso il territorio dei siti come un unico sistema di offerta culturale/turistica per ottenere un aumento progressivo di presenze e aumentare la destagionalizzazione. L’obiettivo principale resta comunque sempre lo stesso: stimolare la consapevolezza degli attori locali nei confronti dei valori patrimoniali del loro territorio in vista della più ampia condivisione delle politiche di tutela. Il coinvolgimento dei privati, delle imprese locali e in particolare quelle connesse al turismo, può comportare uno stimolo fondamentale per la continuità dell’azione, compensando l’impegno a fasi alterne delle amministrazioni pubbliche. Questo progetto, infine, ha tutte le caratteristiche per costituire una “buona pratica” per la gestione dei siti Unesco al quale Matera Capitale Europea della cultura 2019 partecipa con tutte le carte in regola per attestarsi come centro di riferimento per lo sviluppo e la valorizzazione di questo patrimonio mondiale di cui è ricco il Sud della Penisola”.

“Finalmente – illustra Ciro Castaldo, Responsabile Attuazione Comunicazione e Disseminazione Province Unesco Sud Italia – vediamo la concretizzazione del progetto stesso. Elaborato dall’Associazione Province UNESCO Sud Italia, con l’assistenza tecnica Associazione TECLA, e promosso dall’Upi, ha ricevuto i fondi del Decreto del Ministro del Turismo del 13 dicembre 2010. Da allora, però, sono passati molti, troppi anni. Presentato il 15 settembre 2011 al Dipartimento Turismo della Presidenza del Consiglio dei Ministri da un partenariato composto da 15 Enti locali, vede la luce solo oggi. Nonostante l’alta valenza del progetto, tanto da essersi posizionato settimo tra più di 400 proposte pervenute, “Rete Siti Unesco” ha avuto una lunga e difficile gestazione. Bisogna ringraziare la Provincia di Matera e la Provincia di Salerno che si sono prese la responsabilità di portare avanti una iniziativa così complessa e al tempo stesso sinergica per cinque regioni del Sud che vantano siti Unesco al proprio interno. Una delle attività del progetto è il Festival #UNESCOfestivalexperience. Si tratta del primo festival dei siti UNESCO del Sud, evento itinerante con giornate nei siti UNESCO del Sud aderenti al progetto. Da luglio a settembre si susseguiranno spettacoli teatrali, eventi di teatromusica, concerti in luoghi suggestivi quali Castello di Monte Sant’Angelo (FG), Castel del Monte, Andria (BT), Benevento, Amalfi – Costiera Amalfitana (SA), Barumini, Enna, Noto (SR), Cefalù (PA) e Matera.  Il progetto, però, si sviluppa su più segmenti. Non solo musica e teatro, ma anche delle vere e proprie “invasioni” digitali che riguarderanno le visite guidate di gruppo ai siti UNESCO con invito ai partecipanti di scattare foto e video e diffonderle in maniera virale sui social, con l’utilizzo dell’# ufficiale dell’evento. E’ fondamentale che il visitatore si senta parte integrante del sito che scopre o riscopre e lo faccia proprio. Il passato – da elemento lontano e quasi scardinato dal tessuto quotidiano – diventa fruibile e decifrabile grazie anche ai nuovi linguaggi moderni”.

“Il Progetto Rete Siti Unesco – illustra Filippo Spallina, Responsabile Attività Operative Comunicazione e Disseminazione del Progetto – intende, tra le altre cose, migliorare i servizi al turismo  e accrescere i flussi turistici di tali contesti territoriali facendo leva sulla valorizzazione del turismo culturale, soprattutto in una prospettiva di destagionalizzazione, sulla maggiore accessibilità del patrimonio culturale UNESCO e sulla promozione dell’offerta turistica complessiva: cultura, ambiente, natura, prodotti tipici, tradizioni, specificità sportive, benessere. Un aspetto fondamentale del progetto è costituito dal portale web e dalla virtual app card. Il Portale Unesconet.net, fruibile anche tramite smartphone, è un contenitore di servizi e di informazioni che rispondono concretamente alle esigenze del turista, inclusi i turisti con bisogni speciali; consente la visita virtuale ai luoghi Unesco, la conoscenza delle caratteristiche e peculiarità dei territori, la costruzione di itinerari personalizzati e l’accesso ad altri servizi. La virtual app card è una card turistica virtuale integrata che dà diritto a un sistema integrato di agevolazioni, quali sconti, promozioni, e dà visibilità agli operatori che hanno aderito alla rete. Inoltre altro punto cardine del progetto è il Festival #UNESCOfestivalexperience. Punti di forza del progetto saranno una qualiquantitativa attività basata su una governance che avrà la cooperazione di attori pubblici e privati; ciò finalizzato a creare un’offerta turistica integrata grazie alla valorizzazione dei luoghi della cultura soprattutto i Siti Unesco ma anche quelli enogastronomici e ambientali. Strategico sarà, in questo senso, oltre al ruolo degli Enti Pubblici regionali, provinciali e locali, anche quello degli operatori economici e delle loro associazioni di categoria per quanto concerne gli albergatori, i ristoratori, le aziende di trasporto locale, i servizi taxi e le aziende di noleggio con conducente, alfine di migliorare l’attenzione dei turisti verso i siti Unesco tramite una migliore distribuzione durante l’anno dei flussi turistici con una opportuna quanto strategica destagionalizzazione turistica con benefici effetti sul PIL locale e con un aumento dell’occupazione e del numero di imprese del settore turistico locale”.

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