Un’esperimento tanto bizzarro quanto allarmante per il risultato ottenuto.

Tre studenti di Comunicazione e design della National Taiwan University of Arts hanno raccolto 100 campioni di acque contaminate raccolte da fiumi, canali, laghi e porti.

Oltre all’acqua sono stati prelevati resti vegetali, animali morti, pezzi di plastica, oli e altri rifiuti.

Nulla di insolito se, con questi campioni, non fosse stata realizzata una linea di ghiaccioli (sì, veri e propri ghiaccioli) di 100 tipi diversi, nessuno dei quali è però commestibile.

A ciascuno dei ‘gusti’ corrisponde un concentrato di acqua inquinata.

Sugli imballaggi e sul classico stecco di legno è possibile leggere la fonte, l’origine dell’acqua e la lista dei presunti ingredienti.

Tutti i ghiaccioli sono stati rivestiti da una resina in poliestere, in modo da evitare che possano sciogliersi durante l’esposizione. La collezione è stata infatti esposta in una mostra alla National Taiwan University of the Arts di Taipei.

Il tutto con l’intenzione di sensibilizzare la popolazione su uno dei problemi che al giorno d’oggi maggiormente minaccia la salute della Terra e sicuramente di quanti la abitano.

Esperimento di forte impatto visivo che è stato ampiamente diffuso dai media e dalle principali testate mondiali.

Sfruttando la semplicità e la banalità di un ghiacciolo, nell’immaginario collettivo simbolo di freschezza e benessere, ricordo di spensierati momenti d’infanzia e dell’innocenza dei fanciulli che lo consumano, i tre studenti sono riusciti a colpire l’opinione pubblica a livello globale. Qualcosa di estremamente comune come un gelato è stato accostato al mondo adulto e colpevole, ai danni dell’inquinamento e a tutto ciò che di più cattivo il nostro pianeta sta subendo.

Una provocazione che rappresenta ciò che l’uomo sta causando ad un bene necessario e vitale come l’acqua.

Un modo, tra i tanti possibili, per prendere coscienza dei danni che l’uomo provoca all’ambiente che lo circonda, causando disagi più o meno pesanti e conseguenze a volte terribili.

Ecco perché le denunce sull’inquinamento favoriscono un’assunzione di responsabilità da parte di tutti noi, che siamo chiamati ad agire in prima persona.

È tempo di un’amara ammissione: non esistono giustificazioni, non capire il senso profondo e la centralità dell’allarme inquinamento è soltanto una prova di idiozia.

E’ possibile visualizzare il progetto nella pagina facebook in link.

https://www.facebook.com/PollutedWaterPopsicles/

 

 

 

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