Nella Giornata Mondiale dei poveri, da lui istituita tre anni fa, Papa Francesco punta il dito contro l’indifferenza verso la povertà.

Ammonisce l’intera società, vittima e carnefice delle peggiori disparità.

Durante l’Angelus colpevolizza ed esorta ad un cambiamento, condanna l’indifferenza verso gli ultimi della società ed emoziona con fatti e parole.

Dice all’Angelus : “ ho visto recentemente, alcuni minuti fa, alcune statistiche di povertà. Fanno soffrire. L’indifferenza della società verso i poveri… Preghiamo”.

Il clou della Giornata è il pranzo del Papa con 1500 poveri in Vaticano, da lui definita “una riunione tra amici”, nell’Aula Paolo VI allestita per l’occasione a grande sala da pranzo con 150 tavoli e 50 volontari a servire gli ospiti.

È stata cavallerescamente esclusa dal menu la carne di maiale, per permettere a tutti, musulmani compresi, di poter prendere parte al banchetto. Un gesto di rispetto e di apertura.

I poveri “sono preziosi agli occhi di Dio perché non parlano la lingua dell’io: non si sostengono da soli, con le proprie forze, hanno bisogno di chi li prenda per mano”, dice Bergoglio. Secondo il Papa, proprio gli ultimi “ci ricordano che il Vangelo si vive così, come mendicanti protesi verso Dio. La presenza dei poveri ci riporta al clima del Vangelo, dove sono beati i poveri in spirito”. Allora, prosegue, “anziché provare fastidio quando li sentiamo bussare alle nostre porte, possiamo accogliere il loro grido di aiuto come una chiamata a uscire dal nostro io, ad accoglierli con lo stesso sguardo di amore che Dio ha per loro”.

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