Il termine inglese “the troubles”, che letteralmente significherebbe i disordini, sta ad indicare il conflitto nordirlandese tra Unionisti e Nazionalisti che, tra la fine degli anni sessanta e gli ultimi anni novanta, ha dilaniato l’Irlanda del Nord arrivando a coinvolgere sia attori statali come l’Inghilterra e la Repubblica d’Irlanda, che attori non statali, come le milizie paramilitari repubblicane dell’ IRA ed unioniste dell’Ulster; definita dalla storia “una guerra a bassa intensità” fu un conflitto di etnie che generò più di tremila morti.
Le radici del conflitto nascevano dal fatto che nell’Irlanda del Nord la comunità cattolica era discriminata dalla maggioranza protestante al governo, che rendeva complicata agli irlandesi di orientamento cattolico anche la semplice acquisizione di un posto di lavoro o di assegnazione delle case popolari; per tali ragioni nel 1966 venne fondata la NICRA, un’ organizzazione che associava tra loro i componenti della comunità cattolica in netta minoranza etnica al fine di ottenere riforme e diritti.
La costituzione di quest’associazione fu vista dalla frangia protestante al governo come un potenziale pericolo e, ancor più, un nome di facciata che nascondeva dietro finalità militari armate dell’ IRA; per tale ragione qualsiasi marcia da parte dei cattolici per affermare i propri diritti veniva spesso interrotta o attaccata dagli estremisti protestanti. Questo clima teso peggiorò con il tempo sino a giungere a scontri  con gas lacrimogeni e tafferugli di ogni genere; la notte del 14 Agosto gli scontri si estesero a Belfast dove alcuni gruppi di estremisti protestanti misero a ferro e fuoco le vie abitate dai cattolici che furono costretti a fuggire dalle proprie case per rifugiarsi in altri quartieri cattolici di West Belfast. Il giorno dopo il governo britannico decise di inviare un folto contingente di truppe per ristabilire l’ordine, inizialmente per proteggere i suoi sudditi cattolici.
Il 30 gennaio 1972, giorno famoso come Bloody Sunday, durante una marcia per i diritti civili a Derry i paracadutisti dell’esercito britannico spararono sulla folla uccidendo 14 manifestanti e ferendone molti altri causando così un ininterrotto afflusso di reclute nei ranghi dell’IRA. La situazione nella provincia sembrava ormai fuori controllo e nel marzo di quell’anno il governo britannico decise di sospendere il parlamento nordirlandese assumendo il controllo diretto dell’Irlanda del Nord. Si creava così un circolo vizioso e sanguinoso in cui l’IRA colpiva contro i soldati, uccidendo però molti civili, mentre i paramilitari lealisti colpivano indiscriminatamente la popolazione cattolica per il suo supporto, vero o presunto, alle attività dell’IRA. In tutto questo l’esercito britannico, punendo i militanti, non riusciva a distinguere tra i guerriglieri dell’ IRA ed i semplici cittadini, alienandosi così le simpatie della comunità cattolica ed assicurando un numero costante di reclute all’IRA. Alla metà degli anni ’70 Belfast nelle ore serali si trasformava in una città fantasma, dove si rischiava di essere uccisi per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Tra la fine del 1974 e i primi mesi del 1975 alcuni colloqui tra i dirigenti dell’IRA e dei funzionari del governo britannico portarono a una tregua che però si infranse dopo qualche mese; in seguito al fallimento della tregua l’IRA diede il via a una riorganizzazione studiata per contrastare i metodi delle forze dell’ordine che si dimostravano sempre più efficaci ed istruiva i militanti sul fatto che la lotta armata non si sarebbe conclusa in poco tempo e che bisognava cominciare a ragionare sul lungo periodo.
Con la famigerata costruzione dei blocchi H degli edifici di cemento in cui venivano tenuti, in condizioni più che dure, i protagonisti dei crimini durante le rivolte, l’IRA decise di contrastare con decisione e forza le posizioni del primo ministro Thatcher e del governo britannico indicendo scioperi della fame e reiterate proteste all’interno delle carceri, che purtroppo causarono molte morti.
Fin dai primi anni 1970, l’IRA portava avanti attacchi sia in Irlanda del Nord che in Inghilterra con il chiaro obiettivo di mettere pressione sul governo britannico di ritirarsi dalla Irlanda del Nord, ma dopo la prima metà degli anni ’80, trascorsa nella solita routine di bombe, attentati e violenze, accadde qualcosa che contribuì a mutare l’intransigenza britannica. Il 1 Novembre 1987 il peschereccio Eksund venne fermato al largo delle coste bretoni e a bordo vennero scoperte centocinquanta tonnellate di armi che comprendevano, oltre a pistole, fucili, mitragliatrici pesanti, lanciafiamme e missili terra-aria, alcune tonnellate del micidiale esplosivo plastico; si trattava del quinto di una serie di carichi che l’IRA era riuscita a ottenere dal dittatore libico Gheddafi.
Si scatenò così in tutta l’Irlanda la caccia ai depositi dell’IRA ed, essendo adesso un’organizzazione pericolosamente armata,gli inglesi dovettero cominciare a pensare che una qualche forma di compromesso con i repubblicani sarebbe stata inevitabile.
Gli anni tra il 1988 e il 1993 furono tra i più violenti dell’intero periodo perché all’offensiva dell’IRA faceva da contraltare l’aumentata ferocia e capacità operativa degli opposti paramilitari lealisti e l’uso sempre maggiore da parte dell’esercito britannico delle forze speciali.
I bombardamenti Warrington furono due attacchi bomba effettuati dalla Provisional Irish Republican Army, l’IRA, che ebbero luogo durante primi mesi del 1993 a Warrington Cheshire, in Inghilterra. Il primo attacco avvenne il 26 febbraio, quando una bomba esplose, senza conseguenze mortali, in un impianto di stoccaggio di gas, mentre il secondo attacco il 20 Marzo. Due bombe esplosero in piccoli cestini fuori dai negozi su Bridge Street uccidendo due bimbi e ferendo cinquantasei persone.
Poco dopo i bombardamenti di Warrington, allla fine del 1994, la rock band irlandese The Cranberries fece uscire la canzone “Zombie”, scritta proprio in segno di protesta contro quel 20 Marzo; pubblicata come primo singolo tratto dal secondo album “No need to argue” e composta da Dolores O’Riordan, in memoria dei due ragazzi Jonathan Ball e Tim Parry rimasti uccisi nell’ attentato dell’IRA, si tratta di una chiara denuncia della drammatica situazione in cui ancora versava l’Irlanda del Nord nel 1993. 
La canzone, oltre a stigmatizzare e prendere chiaramente le distanze dalla violenza e dalla guerra del ventennio più buio per le terre Irlandesi ed Inglesi, diventerà il pezzo più ascoltato della band irlandese ed uno dei pezzi rock impegnati più conosciuti al mondo.

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