La nuova misura di sostegno al reddito MIA (Misure di Inclusione Attiva) è stata recentemente introdotta dal governo italiano al fine di sostituire il reddito di cittadinanza, il quale è stato in vigore dal 2019.

La MIA è stata pensata per aiutare coloro che si trovano in situazioni di disagio economico, attraverso una serie di strumenti volti a favorire l’inclusione sociale e lavorativa. In particolare, la nuova misura prevede il rafforzamento dei servizi pubblici per l’impiego, l’offerta di percorsi formativi e di reinserimento lavorativo, e la concessione di un sussidio mensile per coloro che si trovano in situazioni di estrema povertà.

Il sussidio mensile, infatti, costituisce il fulcro della misura MIA. Si tratta di un contributo economico che viene erogato mensilmente, e che può variare in base alle condizioni economiche e sociali del richiedente. In particolare, il sussidio varia in base al numero dei componenti del nucleo familiare e alla situazione lavorativa di questi ultimi.

Tra le novità introdotte dalla MIA rispetto al reddito di cittadinanza, vi è la maggiore attenzione riservata all’inclusione lavorativa e sociale. Infatti, la misura prevede l’obbligo per i beneficiari di aderire a un programma di attività di inclusione attiva, finalizzato al reinserimento lavorativo e al miglioramento delle competenze personali e professionali.

La misura MIA è stata accolta con favore da molte associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, che hanno sottolineato l’importanza di un approccio integrato alla lotta contro la povertà e l’esclusione sociale.

Tuttavia, alcuni hanno sollevato dubbi riguardo alla capacità della nuova misura di garantire un reale miglioramento della situazione economica dei beneficiari, e hanno sottolineato la necessità di maggiori investimenti nella creazione di nuovi posti di lavoro e nella tutela dei diritti dei lavoratori.

Per poter accedere alla misura MIA, è necessario che l’ISEE non superi una determinata soglia, che varia a seconda della composizione del nucleo familiare e della zona di residenza. Ad esempio, per un nucleo familiare composto da tre persone residente in una zona urbana, la soglia massima di ISEE per poter accedere alla misura MIA è di €9.360.

Inoltre è necessario soddisfare una serie di requisiti, di seguito elenchiamo i principali:

  1. RESIDENZA: È necessario essere residenti in Italia da almeno due anni, o possedere il diritto di soggiorno per motivi di lavoro o di studio.
  2. REDDITO: Il reddito del nucleo familiare deve essere inferiore alla soglia di povertà, che viene stabilita annualmente dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
  3. PATRIMONIO: Non devono essere presenti nel nucleo familiare beni immobiliari o titoli azionari, la cui somma supera il valore di €10.000.
  4. INCLUSIONE ATTIVA: I beneficiari devono aderire a un programma di inclusione attiva, finalizzato al reinserimento lavorativo e al miglioramento delle competenze personali e professionali.
  5. CITTADINANZA: La misura MIA è riservata ai cittadini italiani o comunitari, o ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo.
  6. ANAGRAFE: Tutti i membri del nucleo familiare devono essere iscritti all’anagrafe del Comune di residenza.
  7. ANTECEDENTI PENALI: Non devono essere presenti nel nucleo familiare condanne penali definitive per reati contro la pubblica amministrazione o contro la persona.

È importante sottolineare che la valutazione della situazione economica e sociale dei richiedenti avviene attraverso una procedura di istruttoria, che prevede l’acquisizione di informazioni e documenti da parte degli uffici preposti. Inoltre, la concessione del beneficio è subordinata alla verifica della sussistenza dei requisiti per tutta la durata del periodo di erogazione del sussidio.

In generale, la misura MIA è destinata a coloro che si trovano in situazioni di estrema povertà e disagio economico, ed è finalizzata al sostegno dell’inclusione attiva e alla promozione dell’autonomia economica dei beneficiari.

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